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Quando pensiamo ai ventagli ci vengono in mente oggetti fuori moda, un oggetto molto utile ma dall’estetica antica, che spesso non si adatta al nostro look!
Ventagli, magari ventagli pregiati…ma cosa ci farai mai?
Eppure, specialmente in questi mesi di afa, quanto abbiamo desiderato un ventilatore portatile da portare in spiaggia o da tenere sulla scrivania? Non ditemi che avete comprato al China uno di quegli oggetti a pile e terribili da guardare che sparano aria!
Suvvia, un pò di stile ci vuole sempre! 😉
E’ così rètro, e forse è proprio per questo che ne vado matta.
Sarà che tirare fuori dalla borsetta un ventaglio mi regala subito un effetto bon ton e ultra elegante, e mi rende unica!?
Sarà che sposandosi alla meraviglia con le mie più grandi passioni -burlesque e piume- mi è venuta voglia di raccontarvi qualche curiosità sui ventagli.

Un po’ di storia sui ventagli pregiati
Esistono da sempre: gli Inca e gli Atzechi li usavano nei rituali, anche loro li costruivano con penne e piume.
Nell’antico Egitto erano usati per le cerimonie mentre in Oriente, con i suoi dipinti tradizionali su seta -il materiale principale dei ventagli cinesi Gongshan-e dove ha origine il Tessenjutsu (l’arte del combattimento con i ventagli).
La leggenda narra che i guerrieri giapponesi avevano una tale abilità nell’uso del ventaglio da battere uno o più nemici armati di spada!
Dalle rotte mercantili con l’oriente sono giunti in Europa, precisamente in Francia e Inghilterra, e siamo ai tempi di Caterina de’ Medici e Elisabetta I (quest’ultima ne era appassionata QUASI come me).
Nato come segno distintivo di conquista e potere, di elevazione sociale e spirituale, man mano che la tecnica di costruzione si è diffusa, il ventaglio è entrato anche nelle case e nei riti popolari, costruito con materiali meno pregiati e alla portata di tanti.
Anna Checcoli, una collezionista di ventagli antichi, ne desvrive l’essenza così:
Il ventaglio?? la rappresentazione allegorica della vita: si apre, ha un inizio, una curva ascendente, un culmine, una curva discendente, una fine.
Oggi è un oggetto altamente simbolico, se pensiamo alla cultura ispanica e al suo utilizzo nel flamenco, alla fandance tipica del Burlesque e nel linguaggio non verbale della seduzione.
Insomma, quello per cui è effettivamente utile oggi. Caldo estivo a parte!
Sventoliamo un ventaglio e diciamo più di mille parole.
Il modo in cui lo stringiamo chiuso tra le mani , la velocità con cui lo agitiamo, oppure il modo con cui lo usiamo per celare uno sguardo, un movimento, quasi fosse capace di nascondere un pensiero sfuggente.
In epoca vittoriana è nato un vero e proprio linguaggio segreto, un codice tramandato di donna in donna.
Utile per comunicare con spasimanti e futuri sposi quando ancora vigeva un’etichetta iper castigata ed era vietato persino scambiarsi qualche parola.
Ah, i ventagli… Anche gli uomini ne avevano una versione ridotta, da taschino, di quello che poi è rimasto ad uso esclusivamente femminile.
Bisogna ammetterlo: non siamo più delle dame e l’Ottocento è passato da un bel pò.
Non andiamo più al ballo strizzate in un corsetto, regalarsi un ventaglio ad borsetta o regalarlo alla persona amata è un gesto raffinato e di estrema galanteria. Di sicuro non passerà inosservato!
Di seta preziosa o romantici orlati di pizzo e merletto, di piuma di struzzo che fluttuano seducenti e leggere -i miei preferiti- oppure semplici di carta stampata (o meglio, dipinta a mano). Ogni donna può avere il suo ventaglio perfetto, adeguarlo al proprio stile e ad uno stato d’animo.
Per ricevere informazioni sui ventagli di piume personalizzati visita il sito Effplume.
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