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Ciao e bentornato caro amico mio, oggi parleremo di uno dei migliori regali che il XX secolo ci potesse donare: il grandissimo Pier Paolo Pasolini.
Sono sincero, non so come definirlo, questo è un articolo difficile. Ma comunque ci provo. Per me Pasolini è un uomo di cultura! Ecco perché nello scegliere la categoria principale ho scelto la categoria Personaggi storici!
La vita di Pasolini
È il 1922 che diede alla luce il grandissimo Pier Paolo Pasolini che si spense nel triste 1975.
Figura fortemente radicale e critica, di un’elevato livello culturale ci ha donato opere letterarie, saggi, scritture, sceneggiati, film e chi più ne ha più ne metta.
A causa della vita militare del padre si trasferì molte volte in diversi luoghi italiani. Nel 1926 si trasferirono a Casarsa della Delizia in Friuli il padre fu messo in carcere a causa di debiti ma, una volta scarcerato, ripresero i traslochi periodici.
È proprio nei frequenti soggiorni a Casarsa che inizia ad affiorare la sua passione per il disegno e la scrittura.
Vuoi sapere un aneddoto un pò buffo?
A Sacile Pasolini provò ad entrare al ginnasio e fu bocciato proprio ad italiano, si esatto.
Un ossimoro bello e buono.
Dopo vari spostamenti completò il ginnasio in Reggio Emilia ed è proprio in questi anni che si innamorò della poesia e letteratura.
Parlano di opere letterarie di un certo spessore da Dostoevskij a Shakespeare. Penso che già ci avevi pensato vero? Una volta iscritto all’Università di Bologna finì anche per avvicinarsi al cinema e alla e sceneggiatura.

Prima abbiamo parlato di scritti di carattere letterario.
Sicuramente vorresti entrare nello specifico e io ti accontenterò. Tra la fine del 1941 e l’inizio del ’42 scrisse versi raccolti ne Poesie a Casarsa pubblicate poi a spese di Pasolini stesso.
Anche per quanto riguarda la sua tesi di laurea, provò in primis a incentrare l’interesse verso la pittura italiana, ma dopo una prima bozza lasciò il tutto per dedicarsi completamente sulla poesia di Pascoli.
L’opera che prese forma, l’Antologia della poesia pascoliana, permise a Pasolini di laureasi con 110 e lode nel 1945 presso l’Università degli Studi di Bologna.
In seguito diventò viceredattore del GIL di Bologna (Gioventù Italiana del Littorio), di stampo fascista, ma durò poco questa esperienza a causa di numerosi scontri interni.
Intorno al 1942 si diresse verso la Germania nazista assistendo ad eventi completamente estranei al provincialismo italiano.
Una volta tornato pubblicò Cultura italiana e cultura europea a Weimar nel ’43 in cui vengono delineate le tracce di un Pasolini ricco di autocoscienza, travaglio interiore, critico e sofferto ponendo l’autore sempre di più al di fuori della coscienza fascista.
Nel ’43 fu chiamato alle armi e, una volta catturato, riuscì a sfuggire ai tedeschi e vestito da contadino si salvò. Nel ’45 una nota dolente attanagliò il suo cuore, il fratello Guido fu ucciso a Porzu e sia lui che la madre furono dilaniati dalla notizia.
Paolini dopo la guerra
A Roma negli anni ’50 vi si trasferì con la madre dove trovò lavoro come insegnante in una scuola privata a Ciampino.
È proprio in quegli anni che conoscerà moltissime figure che accrebbero la sua cultura tra i quali Sandro Pena e un imbianchino, tale Sergio Citti, che gli insegnò il greco e il dialetto romanesco.
Tra il ’55 e il ’60 iniziò a comporre il suo successo Ragazzi di vita che fu pubblicato da Garzanti ma riscosse oltre che successo anche molte critiche riguardo all’oscenità della prostituzione omosessuale maschile.
Purtroppo queste critiche gli costarono il premio Strega e quello Viareggio.
Invece a Parma ebbe risultati stellari vincendo addirittura il Premio letterario Mario Colombi Guidotti. Sempre nel 1955 aderì alla rivista Officina e scrisse l’Antologia Canzoniere italiano con una dedica al fratello Guido. È qui che cena e letteratura iniziano ad andare a braccetto nella vita di Pasolini. Le polemiche di Ragazzi di vita continuarono fino a quando a Milano non si concluse il processo con la totale assoluzione.
Questo risultato fu favorito anche dalla testimonianza Pietro Bianchi che definì il libro ricco di contenuti religiosi in quanto dirige l’attenzione verso i bisogni dei giovani disadattati e non contiene assolutamente niente di equivoco perché riporta i fatti tali come sono. Addirittura Giuseppe Ungaretti inviò una lettera ai magistrati nella quale paragona l’opera di Pasolini come la cosa più bella che si potesse leggere a quel tempo. Voi sapere come si definiva Pasolini?
Egli era ateo e anticlericale ma disse che in realtà in lui coesistevano duemila anni di cristianesimo.
E sai come? Grazie al codice genetico dei suoi avi.

Nel suo vagare nel mondo del cinema si è affiancato a Mauro Bolognini e Fellini scrivendo le sceneggiature rispettive di Marisa la civetta e Notti di Cabiria.
Nel ’56 inoltre si dedica alle Ceneri di Gramsci e ad Una vita violenta.
Pasolini: le opere più importanti
Le Ceneri di Gramsci è composto da undici poemetti nel corso di cinque anni e spedito a Garzanti nel 1957.
Come per Ragazzi di vita sollevò una critica fortissima ma stroncata dall’accettazione da parte del pubblico a gran voce.
Lo stesso Italo Calvino ne esalta il forte conflitto ideologico che lo caratterizza portandolo come esempio di poetica di altissimo livello.
Nel ’58 mentre si trovava a Mosca per il festival della gioventù scrisse Una vita violenta. Una volta completato fu consegnato a Garzanti l’anno successivo ma, sempre per il carattere troppo “scomodo politicamente”, non vinse ne il premio Viareggio ne quello Strega.
Di nuovo a sottolineare il suo innato dono di scrittore sarà conferito il premio Crotone da una giuria composta da personaggi quali Moravia, Gadda, Ungaretti, Debenedetti, e Bassani. In questi anni lavorò anche a stretto contatto con la compagnia teatrale di Vittorio Gassman.
Abbiamo parlato di critiche mosse per quasi tutte le sue opere.
Sai che gli furono mosse contro ben ventiquattro tra denuncia e querele? si, sono un pò tante in effetti. In seguito furono anche alcune illazioni, costruite ad arte, a metterlo in cattiva luce.
Ad esempio una per favoreggiamento personale per aver offerto un passaggio a dei ragazzi di Trastevere poi coinvolti in risse, ma ne uscì completamente pulito.
Nel ’61 fu perquisita casa sua in cerca di un’arma con la quale avrebbe rapinato uno distributore di benzina e fu condannato in processo.
Pensa cosa può ideare la mente umana.
La sua “composizione” di Pasolini non si limita solo alla letteratura, ma si ampliò anche verso la canzone d’autore. Questo perché riteneva un collegamento tra canzone e poesia e le prime furono scritte sulle musiche di Franco Nebbia, Piero Piccioni, Piero Umiliani incise poi nel 1961 da Laura Betti. Stiamo parlando di Macrì Teresa detta Pazzia, Il valzer della toppa, Cocco di mamma e Cristo al Mandrione.
Negli anni settanta invece ci diede la possibilità di poter avere una delle più grandi opere mai scritte.
Una trilogia di sceneggiature quali il Decameron, I racconti di Canterbury e Il fiore delle Mille e una notte in cui Pasolini cerca di dedicare alla vita.
Nel primo dei tre vengono raccolte dieci novelle tratte dal Decameron ambientate nel mondo napoletano e, come da tradizione nelle opere di Pasolini, ottenne più di trenta denunce in tutta Italia.
I racconti di Canterbury erano tratti da Chaucer, poi riprese nel Regno Unito e prima che uscisse il film finale iniziò la terza parte dedicata alle Mille e una notte mediante viaggi in Egitto, Ghana, Guinea, India, e Giordania.
Mentre i racconti di Canterbury vinse l’Orso d’oro al festival di Berlino e poi stroncato dalla critica, la terza parte del trittico procedettero talmente velocemente che girò anche un documentario per sensibilizzare l’attenzione verso l’antica città yemenita da salvare intitolato le mura di Sana’a.
Quest’ultima opera uscì nel 1974 vincendo il premio Grand Prix Special du Jury al Festival di Cannes e la trilogia venne pubblicata definitivamente nel 1975.
Nella seconda metà del ’75 ci saranno le riprese dell’ultimo film scritto e diretto da Pasolini trasmesso nelle sale a tre settimane dalla morte dell’autore. Stiamo parlando del film Salò o le centoventi giornate di Sodoma.

La morte
Purtroppo si, tra il primo e il due novembre del 1975 il grande Pasolini venne a mancare per un evento veramente brutale e allo stesso tempo drammaticamente ironico.
La sua auto lo travolse e massacrò il corpo del povero Pasolini sulla spiaggia dell’Idroscalo di Ostia. Fu riconosciuto poi dall’amico Ninetto Davoli.
In un secondo momento fu incolpato Pino Pelosi, noto ladro di auto, fermato poi alla guida proprio dell’auto di Pasolini. Pelosi affermò di aver agito dopo che Pasolini chiese prestazioni sessuali in seguito ad una cena offerta dallo stesso.
Venne condannato per omicidio volontario di primo grado. Dopo varie inchieste e testimonianze sembra che l’aggressione sia opera di più di una persona probabilmente per rapinarlo.
Anche oggi concludiamo il nostro percorso con questa figura altamente criticata, ma indubbiamente di un livello indiscutibile ed ineguagliabile. Buona giornata e alla prossima, ciao.
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