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Ti trovi qui: Home / Curiosità e cultura / Il vino, la storia e le curiosità di una bevanda che ha reso grande l’Italia

Il vino, la storia e le curiosità di una bevanda che ha reso grande l’Italia

Alessandro · 13 Febbraio 2020 · Lascia un commento

I contenuti di questo articolo

  • 1 Le origini del vino
  • 2 L’Italia come terra del vino
  • 3 La vigna e le cantine
  • 4 Ma come si sviluppò dopo l’Impero Romano?
  • 5 Sai cosa permise l’evoluzione del Vino Italiano?
  • 6 Come fare il vino: la cultura vinicola vincente
    • 6.1 E se tu volessi sapere dal gusto del vino se il risultato ottenuto è coincidente con quello sperato?
  • 7 La degustazione del vino

“Chi beve solo acqua ha un segreto da nascondere” Charles Baudelaire

Eccoci tornati di nuovo a parlare delle chicche nascoste in ogni angolo del nostro Paese. Oggi siamo qui insieme per scoprire la storia del vino.

Le origini del vino

Benché oggi siamo tra le più famose nazioni di produzione ed esportazione di vino, le origini risalgono a tutt’altri luoghi e culture.

Stiamo parlando proprio dei Fenici e dei Greci. Queste due imponenti civiltà divennero famose per differenti motivi.

Mentre i Fenici esportarono il vino in Sicilia e Sardegna i Greci invece iniziano la sperimentazione sulle uve e come rendere un sapore fruttato. Quest’ultimi furono importanti per la storia in Italia soprattutto attorno al VII sec. a.C. con la colonizzazione ellenica per l’importazione vinicola nel meridione.

storia del vino

Da una semplice coltura e raccolta di un frutto è poi nata e fiorita una passione che da quel tempo a venire per tutti i popoli del mondo è sinonimo di ricchezza e sperimentazione. 

L’Italia come terra del vino

Addirittura l’Italia veniva chiamata Enotria tellus e cioè “terra del vino”.

Delle piccole curiosità riguarda il periodo Romano. Lo sai che veniva mischiato con acqua in quanto, non essendo ancor ben strutturato il periodo riposo/raccolta, era molto forte?

Considera che si stima una presenza del 65% di acqua nel vino che poi veniva servito e, di volta in volta, veniva scelto un magister bibendi o rex convivii, il quale stabiliva tale percentuale e il numero dei brindisi da dover fare.

Non era solo riservato ai nobili dell’epoca ma anche alle classi media e povera in quanto esistevano vini di ogni tipo di prezzi che venivano consumati nelle taverne in cui venivano conservati in anfore pronti per essere serviti.

Quei vini di bassa qualità erano destinati ad essere miscelati con miele e spezie mentre il vino migliore proveniva dal sud come il Falerno e precisamente alle pendici dell’Etna o ai Castelli Romani.

Furono ritrovate raffigurazione ed oggetti in Campania, a Pompei ed Ercolano raffiguranti questa “febbre del vino”.

La vigna e le cantine

Le vigne che conosci oggi esistevano anche al tempo. Infatti mediante l’utilizzo di pali e rinvigorita da potature annuali, la vigna storica giunge ai nostri giorni.

Secondo te esisteva già una classificazione in cantine? Si, infatti le anfore di terracotta, i dolia, erano chiuse con dei pittacium sui quali venivano segnate date e zona di provenienza dell’uva.

Le viti come l’Aglianico, il Fiano e il Greco derivano dalla Vitis Hellenica, Vitis apiana e l’Aminea Gemina.

Conosci la Falanghina? Indovina un pò? Deriva proprio dall’antica Roma e dal termine falanghe, il palo sul quale cresceva e si arrampicava questo dolcissimo nettare.

come fare il vino

Ma come si sviluppò dopo l’Impero Romano?

Purtroppo le invasioni barbariche procurarono un danno all’economia del prodotto tanto che rimase solo gelosamente custodita all’interno dei monasteri dove venne accortamente studiata e migliorata. 

Finalmente nel periodo rinascimentale grazie agli intensi traffici commerciali marittimi, il vino tornò agli antichi albori.

Indovina quale divenne il nuovo centro d’importazione mondiale?

Proprio l’Inghilterra mentre l’Italia venne purtroppo messa da una parte in quanto come paesi dediti agli scambi furono scelti quelli limitrofi all’Inghilterra.

Fortunatamente il Novecento segnò il rientro del nostro paese nel commercio e in 50 anni tornò a farla da padrone contro la Francia che deteneva il primato mondiale dei quattro secoli precedenti.

Sai cosa permise l’evoluzione del Vino Italiano?

Le denominazioni di origine controllata, le quali permisero di avere tecniche di coltivazione e produzione di una qualità sopraffina. Tuttavia ci siamo un pò messi seduti sulle innovazioni o le tecniche, infatti dal medioevo ad oggi pochissimo è cambiato nel nostro modo di fare il vino.

Pensa infatti che per molti consumatori prodotti inaciditi o ossidati vengono esaltati perché provengono dalla famosa “cantina del contadino”.

Invece l’America si è messa al passo con gli altri in un brevissimo lasso di tempo come la California e l’Australia producendo vini di altissima qualità grazie ad esempio alla refrigerazione dei vasi vinari.

Studiando il potenziale vinicolo delle nostre terre si sta puntando sulla qualità. Indovina come?

Puntando sulla qualità, la bassa resa per ettaro evita lo sfruttamento e studi approfonditi durante la vinificazione ne migliorano le caratteristiche organolettiche.

Da cosa è dovuto questo totale cambiamento di rotta? Pensa al passaggio del testimone da parte dei bevitori ai degustatori dove il vino è un frutto pregiato delle nostre terre.

Oggi come oggi i vini bianchi e rossi asciutti sono tra i più pregiati in quanto detentori di proprietà organolettiche superiori, ricchi di profumi e altamente  delicati per il tuo palato.

Grazie alle terre Campane puoi godere di pregiati vitigni bianchi e rossi quali il Greco di Tufo, la Falanghina, l’Asprinio, il Piedirosso, la Palombina, il Fiano, l’Aglianico e tantissimi altri. 

vino italiano

Come fare il vino: la cultura vinicola vincente

In base alle tecniche che scegli di impiegare durante la crescita otterrai un ciclo più o meno lungo ed un risultato dalle miriade soluzioni.

Innanzi tutto eviteresti di avere un risultato scadente identico a tutti gli altri come una produzione in serie ma un prodotto unico e non omologato caratterizzato da note prettamente personali e altamente raffinate.

Non ti devi concentrare sul come fare il vino, ma su come crearlo, come ogni prodotto artigianale vuole.

Non devi assolutamente pensare alla richiesta di mercato, ma a quello che la terra che hai a disposizione ti può offrire al massimo delle sue possibilità.

A cosa porta il lavoro opposto? Si concentra la produzione, la standardizzazione del prodotto, il piattume del gusto, si utilizzano gli stessi lieviti e si produce il tanto venduto vino internazionale.

Anche l’utilizzo che fai del barrique deve essere ben pensato e gestito, i tuoi vini non dovranno “sapere” tutti allo stesso modo in quanto il legno ne assume l’odore e il gusto nel corso del tempo. Quindi il tuo prodotto finale per essere di primissima scelta dovrà necessariamente avvalersi di materie prime di elevatissima qualità.

Dovrai impegnarti anima e corpo nella scelta di una terra altamente nutriente, una mirata ricerca delle varietà e delle tecniche senza trascurare neanche un piccolissimo particolare che possa conferire al tuo prodotto un’anima propria e distintiva. 

E se tu volessi sapere dal gusto del vino se il risultato ottenuto è coincidente con quello sperato?

Ma da quale punto puoi iniziare? E soprattutto quali sono i giusti passaggi per gustarlo appieno?

Queste sono le giuste domande che ti puoi porre per non sbagliare nella degustazione del tuo lavoro. Il tutto parte dal colore e dalle sensazioni visive fino a che il tuo olfatto non venga completamente inebriato dai toni perfettamente equilibrati i quali esploderanno in un tripudio di sapori durante la degustazione finale.

Tuttavia esiste un particolare non di poco conto. A che temperatura dovrai gustarti i vini che dovrai assaggiare? Ovviamente sono differenti sia per i bianchi che per i rossi.

Difatti mentre i primi dovranno essere degustati intorno ai 6/10 gradi centigradi mentre i secondi donano il massimo delle proprietà organolettiche a temperature che si aggirano sui 16/20 gradi centigradi. E i rosati? Sicuramente te lo sarai chiesto. Beh, considera di adottare un range che vada dai 10 ai 16 gradi centigradi.

La degustazione del vino

Sei arrivato al momento in cui versare il vino nel bicchiere. Qui è di vitale importanza l’illuminazione del luogo in cui conduciamo l’operazione sopra citata. Secondo te per quale motivo? Proprio per valutarne l’aspetto e il colore. 

Non riempire il bicchiere, ma versane solo per un terzo della capienza in modo da favorirne l’ossigenazione e lo sviluppo dei profumi. Dove dovrai prendere il bicchiere? Mai dal corpo, interferiresti con gli odori della mano, ma sempre dal gambo e portalo al naso per cogliere ogni profumo e in un secondo momento roteando leggermente il bicchiere.

Infine assaggiane una piccola quantità per poter cogliere affondo ogni singola sensazione gustativa e aspetta la nota retronasale che ti permetterà di gustare ogni singola sfumatura, anche la più lieve.

Grazie a questi piccoli ma essenziali passi potrai ottenere un ottimo vino e saper assaporare anche la più impercettibile delle caratteristiche che contiene. E soprattutto ricorda “Un pasto senza vino è come un giorno senza sole” Anthelme Brillat-Savarin (1755-1826).    

Archiviato in:Arti e mestieri, Curiosità e cultura Contrassegnato con: Curiosità

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