I contenuti di questo articolo
- 1 Abbigliamento vintage e la moda femminile, un mondo a disposizione
- 2 Le considerazioni più o meno vere dell’abbigliamento vintage
- 3 Gli anni ’20 e ’30 nell’abbigliamento vintage donna
- 4 Consigli per un look anni ’20 o ’30
- 5 L’evoluzione della moda negli anni ’40 e ’50
- 6 Consigli outfit per la moda anni ’40 e ’50
Cosa significa abbigliamento vintage? E questa la domanda che mi sono posto pensando alla moda, ai capi passati alla storia oppure ad un look specifico. Così eccomi qua, ho deciso di scrivere questo articolo sull’abbigliamento vintage donna, molto più complesso di quello per l’uomo che ti linko qui. Ma bando alle ciance e cominciamo ad affrontare il grande tema della moda vintage tutta al femminile.
Abbigliamento vintage e la moda femminile, un mondo a disposizione
La moda femminile è uno degli aspetti culturali e sociali forse più particolareggiati della storia umana. Riflesso diretto delle meccaniche sociali di ogni epoca, l’insieme di indumenti, accessori e dettagli stilistici che hanno accompagnato la figura della donna sono fra i più vari e sfaccettati.
L’abbigliamento vintage e la moda hanno definito per millenni in varie parti del pianeta la figura della donna, modificandosi non solo a fronte di differenze geografiche, ma anche di accadimenti politici, religiosi, culturali.
A volte è stata dettata dall’alto, figlia del lusso sempre alla ricerca di nuovi balocchi per adornare principesse, nobili, alta borghesia. A volte invece è venuta dal popolo, dall’uso comune più pratico, con cambiamenti anche improvvisi.
Dagli antichissimi costumi delle prime società umane evolute e stanziali, passando per gli anni della chiusura medievale, al rifiorire del risorgimento, agli eccessi del barocco e poi ai grandissimi cambiamenti dei primi anni del ‘900 fino ad oggi, la moda femminile è una giravolta di colori, tessuti e meraviglie che fanno parte della nostra lunga storia.
Le considerazioni più o meno vere dell’abbigliamento vintage
Spesso quando si parla di rivoluzione sociale e stilistica nel campo della moda, si tende ad identificare nei movimentati anni ’60 e ’70 il picco massimo del cambiamento moderno.
In realtà le vere rivoluzioni, in particolare per le donne, sono iniziate già quarant’anni prima.
Il vintage, sia che si parli di abbigliamento o altro, è sicuramente uno dei trend che non passa mai di moda, avere l’opportunità di indossare qualcosa che racconta lo stile di un periodo storico è molto spesso un vero e proprio privilegio. Lo stile di ogni epoca è legato al periodo storico cui si riferisce, risente dell’influenza dello stesso.
L’abbigliamento vintage è quindi cultura. Cultura e storia di un periodo, di un Paese e del mondo intero!

Gli anni ’20 e ’30 nell’abbigliamento vintage donna
Negli anni ’20 e ’30, il mondo era ancora scosso dai terribili avvenimenti della prima guerra mondiale.
L’Italia era nel pieno del ventennio e gli anni del fascismo cercarono di influire in ogni modo sulla moda e l’abbigliamento femminile, rifiutando tutto ciò che arrivava dall’estero.
L’influenza della moda francese nell’abbigliamento vintage donna italiano
In particolare la moda francese, con tutte le sue novità, venne ripudiata e criticata aspramente dal regime. Eppure, proprio in quegli anni, persino la figlia del Duce alle sue nozze non volle rinunciare a vestire un abito francese.
Le innovazioni arrivarono insomma, sia dai cugini francesi che dai più lontani americani, nel pieno dei ruggenti anni 20. Era l’epoca delle prime danze sfrenate, del fox-trot, charleston e jazz.
La gioventù stava iniziando a slegarsi realmente dalle maglie rigide del passato, e si stava avviando una rivoluzione destinata a compiersi nei decenni successivi con balzi da gigante sempre più vivaci. Per le donne gli anni ’20 hanno rappresentato un po’ ovunque l’inizio dell’evoluzione.
I meravigliosi anni ruggenti della moda
La moda negli anni ’20 e ’30 inizia a farsi più pratica per forza di cose.
Con gli uomini ancora impegnati al fronte o le famiglie devastate dalla prima guerra, le donne sono sempre più protagoniste attive nel tessuto sociale. Iniziano a dividersi fra lo storico ruolo di madre e angelo del focolare, e quello di lavoratrici.
Due esigenze iniziarono dunque a venire a galla fra tutte: maggiore praticità e comodità anche per le signore. A rispondere a questa richiesta arrivarono grandi artisti del calibro di Coco Chanel, Jean Patou, Vionnet o Lanvin, protagonisti di uno stile che ancora oggi offre i suoi influssi in ciò che è diventato iconico in diversi stili.
La moda e, più nello specifico, l’abbigliamento vintage donna, inizia la sua prima rivoluzione proprio in questi anni, con un’evoluzione che ha beneficiato a piene mani delle inarrestabili e fresche influenze oltreoceano, arrivate grazie ai fulgidi esempi del cinema americano.
Le peculiarità degli outfit femminili anni 20 e 30 sono numerose, prorompenti rispetto al passato.
Le gonne iniziano ad accorciarsi e scoprire abbondantemente caviglie e metà polpaccio, consentendo una libertà di movimento nettamente superiore.
Nonostante le tendenze imposte dal regime in Italia al ricorso a modelli antiquati con grande uso di pizzi e merletti, gli anni ’20 sono il regno delle cosiddette flapper girls.
Questo nomignolo, volto ad identificare le ragazze più peperine e ribelli nei primi anni della libertà sociale, sessuale e personale femminile, era l’emblema delle donne che iniziavano a riscoprire la propria libertà a concedersi il divertimento, finanche lo scandalo fumando e bevendo in pubblico, scoprendo le gambe e adottando pettinature sempre più mascoline.

I capelli si accorciano, il trucco si fa a dir poco eccessivo per mimare la bellezza fotografica e cerea delle dive del cinema.
Le gonne per ballare i ritmi veloci del charleston e del fox-trot si arricchiscono di perline, piume, e qualsiasi pendente capace di donare movimento e brio ad ogni passo di danza frenetico.
Arrivano i primi abiti di Chanel, comodi e dotati di cerniere che consentano alle donne di vestirsi finalmente da sole, senza l’aiuto di madri, damine e sorelle al seguito. Un segnale d’indipendenza eloquente, piccolo ma importantissimo.
Chanel, oltre che per il suo lavoro col jersey, le gonne a vita bassa dalla pieghettatura soffice e l’emblematico tubino nero, ha rappresentato anche un simbolo per le acconciature. Il celebre taglio corto alla garçonne, nacque per fatalità. La stilista si era infatti rovinata i capelli con un fornello, e decise di tagliarli corti da ambo i lati, lanciando all’inizio degli anni ’20 lo stile che caratterizzerà la capigliatura femminile per anni: corto e pareggiato, o ben aderente al capo o dotato di una graziosa frangetta dritta.
È in questi anni che con Patou arrivano anche i primi modelli di costumi da bagno ed abiti sportivi per le signore.
Ai giorni nostri la libertà culturale e l’amore per il vintage non pongono più alcun limite al desiderio femminile di vestire interamente come desidera.
Non è affatto improbabile dunque ritrovarsi ad assecondare la voglia di rivivere i ruggenti anni ’20 e ’30 nella contemporaneità, sia con look completi e fedelissimi, che con piccoli affascinanti spunti da fondere al moderno.
Consigli per un look anni ’20 o ’30
Che si tratti dunque di una scelta precisa o di un’occasione speciale come una festa a tema, alcuni accorgimenti sono fondamentali per riuscire a tuffarsi indietro di quasi un secolo e adottare un perfetto abbigliamento vintage donna.
La scelta può includere sia elementi anni ’20 con gonne più corte e tagli sobri, pratici, tipici del tubino scuro caro a Chanel, sia con i fluidi e avveniristici modelli anni ’30, con abiti lunghi, setosi e verticalisti da femme fatale.
L’acconciatura dev’essere rigorosamente corta, alla maschiaccio, sia liscia che in onde morbide e ben disciplinate. Le chiome anni ’20 tendevano a privilegiare una certa comoda aderenza al capo, negli ’30 più volume. Cappellini con veletta retata e morbide fasce di seta in accordo al vestito sono copricapo estremamente alla moda.
Per quanto riguarda lo stile vintage generale, un leggero tocco liberty, floreale e raffinato subentra negli anni ’30 rendendo orli ed elementi delle scollature di abiti e camicette dettagli decorativi di rilievo.
Un buon outfit anni 20/30 incorpora dunque elementi ancora molto femminili nonostante il capello corto, che spaziano dall’ampio uso di lunghi fili di perle, guanti alti, piume e trucco marcato, fino a tacchi e gonne sia al polpaccio che abiti da sera alla caviglia ed oltre.
Sinuoso e seducente è la parola giusta per definire questo stile, mai volgare e dalle scollature tonde ancora abbastanza sobrie e gli smanicati comodi.
Niente bustini né ferretti, in questi anni la donna finalmente respira, fuma, beve, balla e si diverte, seduce ma senza penare. Le calzature hanno tacchetti alti ma comodi e squadrati, gli accessori come le borse sono minuti a pochette.
Il tocco ideale per perfezionare il look più fedele sotto ogni punto di vista?
Qualche goccia di Chanel n°5, il profumo che da quegli anni ad oggi viene ancora venduto e indossato a ricordare gli aromi vivi e dolci di quell’epoca di contrasti, cambiamenti ed evoluzioni con al centro proprio la figura della donna moderna.

L’evoluzione della moda negli anni ’40 e ’50
Ecco allora che negli anni ’40 l’abbigliamento vintage donna si adegua al clima austero dovuto alle guerre lontane e vicine, i tessuti, gli stili e fin anche i colori mostrano la ricerca della forza necessaria per superare a testa alta questo periodo bellicoso.
La donna si conquista l’autonomia e l’indipendenza necessaria e lo dimostra nell’abbigliamento e nello stile, gli abiti infatti sono la seconda pelle dell’uomo.
Negli anni ’50 le cose cambiano, la guerra è terminata ma, il trauma della seconda guerra mondiale è stato talmente forte che tutti ne risentono; anche lo stile! La donna ritrova la propria femminilità e si dimostra propensa a rinunciare alla propria autonomia pur di ostentare quella ritrovata serenità che tutti desiderano. Gli abiti non sono più austeri ma divagano linee morbide e colori vivaci.
Lo stile anni ’40 e anni ’50: le caratteristiche dei look

Gli anni ’40 e ’50 rappresentano due periodi storici quasi opposti, mostrano una donna diverse le cui priorità cambiano in conseguenza di due degli eventi più tragici che hanno segnato la storia.
La moda è in continua evoluzione ma quello che più la rende particolare è il fatto che le tendenze ritornino ciclicamente, quasi a voler significare che tutto è legato da quel fil rouge immaginario che ha accompagnato l’evoluzione dell’uomo dagli albori al mondo moderno.
Gli anni ’40 sono un periodo molto interessante per la moda, lo stile può essere definito sobrio e pulito, oggi diremmo minimal. In un periodo in cui la priorità dello Stato era la guerra, le limitazioni all’utilizzo dei tessuti non potevano che toccare la moda, lana e cotone servivano per le divise dei militari al fronte e, dunque non restavano che i materiali sintetici per i look delle donne.
I colori utilizzati principalmente erano il verde, il marrone ed il nero, poiché era necessario riutilizzare gli indumenti da uomo ed adattarli alla donna e spesso anche ai bambini; alcune donne tingevano i tessuti in casa. I tratti dei look ani ’40 richiamavano quelli delle divise militari, avevano grandi tasche, spalline imbottite per mostrare la braccia tornite e le forme erano squadrate ma comode.
In questo periodo storico è necessario che la donna lavori, servono soldi per mantenere il fronte e gli uomini ormai sono tutti in guerra, in corrispondenza di ciò quest’ultima acquista maggiore indipendenza più per necessità che per scelta e quindi le gonne iniziano ad accorciarsi e le borse a diventare più grandi perché una volta uscite di casa non si sa mai quando si riuscirà a farvi ritorno, occorre portarsi dietro tutto l’essenziale.
Le particolarità della moda negli anni 40
Negli anni ’40 i collant in nylon erano troppo costosi perciò ai piedi c’erano calzettoni a righe e scarpe col tacco in sughero.
Il make-up è limitato, si riduce ad un rossetto rosso, espressione di femminilità. Gli accessori erano ciò che di più sbarazzino poteva trovarsi: foulard e colletti alla Peter Pan e cappellini dalle forme bizzarre.
Proprio negli anni ’40 con Rear nasce il bikini, non c’era stoffa a sufficienza per creare i costumi interi. Gli stilisti più importanti si spostavano a Parigi dove non c’erano limitazioni di tessuti, i nomi più famosi sono Pierre Cardine, Elsa Schiapparelli, Christian Dior ma uno degli atelier italiani più importanti è quello delle sorelle Fontana.
La moda negli anni ’50
Verso la fine degli anni ’50 la moda appare più ricca, quasi estrosa. L’Europa si risolleva dopo la grande guerra, la donna che si era mascolinizzata nel look per sostituire l’uomo in fabbrica e negli uffici torna ad essere la padrona di casa e lo stile americano influenza molto il periodo storico.
E’ stata proprio l’America a contribuire alla fine della guerra e mostrare valori come l’abbondanza e la libertà.
Lo stilista che guida la rinascita è Christian Dior con il suo New Look che da alle donne ciò che vogliono: ostentazione, ricchezza e femminilità. Non c’è più la limitazione sui tessuti perciò più se ne utilizza meglio è, le gonne dunque si allungano; le spalline si arrotondano per dare grazia ed i fianchi vengono messi in evidenza da bustini stretti. I tacchi sono altissimi e tutti gli accessori sono coordinati, occhiali, guanti e gioielli; la donna è elegante.
Negli anni ’50 per lo stile abbigliamento vintage donna, nasce anche lei Coco Chanel una delle tante donne che avevano continuato a lavorare nonostante la fine della guerra, i suoi look sono preziosi: una rivisitazione della moda anni ’30, tailleur e camicette in seta con gonne di lunghezza media e colori vivaci come voleva l’epoca.
Il made in Italy e l’abbigliamento vintage donna
Il periodo storico segna la rinascita del Made in Italy, il monopolio della moda francese arretra di fronte al patrimonio storico, artistico e culturale di stilisti del calibro delle sorelle Fontana, Emilio Pucci, Maruccelli e molti altri.
Gli abiti non sono solo eleganti e raffinati, ma la donna di casa necessita anche di comodità, gli abiti in tessuti floreali o a pois con gonne a ruota rappresentano il look preferito dalla donna del ceto medio che si prende cura della famiglia. Bandane, gonne a vita alta, cinturone per evidenziare i fianchi e l’immancabile rossetto rosso, la donna pin-up, sensuale e iper-femminile diviene simbolo dell’epoca.
Le borse ritornano piccole e gli occhiali seducenti a forma di gatto sono l’accessorio must have, morbidi e ampi boccoli invece per i capelli: è il periodo dei bigodini.
Consigli outfit per la moda anni ’40 e ’50
Ricreare i look che hanno caratterizzato gli anni ’40 e ’50 non è difficile.
Occorre infatti avere pochi accessori chiave che hanno caratterizzato quel periodo, giocando con make-up e capelli il gioco è fatto!
A proposito, hai letto l’articolo sul trucco pin up anni ’50?
Per un look anni ’40 è indispensabile indossare abiti dalle linee pulite e minimal giocando al meglio con i colori, verde, bianco e cammello sono quelli da preferire.
Le camicie sono sicuramente l’indumento più indicato, semplici, con polsino stretto e maniche squadrate, perfetto anche un completo con pantaloni a vita alta che accarezza le forme senza esaltarle troppo, anche una gonna pencil appena sotto il ginocchio può essere la soluzione ideale, una giacchina corta con una cintura che evidenzia la vita rende il look più femminile.
Le scarpe sono alte con zeppa in sughero o tacco i legno, perfette anche le stringate. I cappelli a tesa larga sono un must di quel periodo ed i capelli erano acconciati con onde. Il tocco in più è dato dal foulard, anche colorato, regala femminilità ad un look austero.
Per vestirsi in stile anni ’50 invece ci si può sbizzarrire, il look da pin up ha gettato le basi della moda. Il corpo a clessidra spopola, bisogna quindi evidenziare i fianchi per esaltare la femminilità senza però scoprire troppo, solo braccia e gambe.
I vestiti sono aderenti fino alla vita e le gonne a ruota, morbide. Per un look più con ton invece bastano un paio di jeans rigorosamente con i risvoltini ed a vita alta ed una camicia bianca da portare dentro i pantaloni, abbinando magari un foulard al collo. Le scarpe sono basse, ballerine oppure decollètè con tacco di 2 cm.
I capelli sono voluminosi grazie ai bigodini e il trucco marcato con l’immancabile cat eye e il rossetto rosso.
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