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Ciao caro lettore, sai con chi faremo oggi un tuffo nel passato?
Vittorio Gassman. Si proprio lui, il miglior attore, sceneggiatore, produttore e regista di cinema, teatro e tv che i nostri tempi abbaino mai partorito. Le sue molteplici e mirabolanti creazioni ed interpretazioni furono plasmate dalla sua maniacale professionalità e precisione.
Nel ’59 condusse lo spettacolo tv Il Mattatore per il quale ne assunse il soprannome grazie alla fama derivatane.
Viene considerato da tutto il mondo uno dei più grandi interpreti italiani insieme a Alberto Sordi, Ugo Tognazzi e Nino Manfredi.
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Le origini di Vittorio Gassman
Vittorio Nasce nel 1922 a Genova, ma all’età di 5 anni si trasferì con i genitori in una cittadina della Calabria in quanto il padre era un noto ingegnere tedesco, Heinrich Gassman.

Rimase così tanto positivamente legato a questa terra che la menzionò nel film Il Mattatore di Dino Risi.
La grande carriera di Gassman, il Mattatore poliedrico
La sua grandissima carriera vede gli anni migliori tra i ’40 e i ’90.
Si trasferì a Roma molto giovane ottenendo la maturità al liceo Torquato Tasso per poi approdare nell’Accademia nazionale d’arte drammatica sede di innumerevoli nomi dello spettacolo quali Paolo Stoppa, Elio Pandolfi, Nino Manfredi e molti altri.
Era impegnato anche in ambito atletico facendo parte della nazionale universitaria di pallacanestro.
Nel ’43 debuttò a Milano poi si spostò a Roma recitando in opere sia borghesi sia di stampo intellettuale. Il debutto vero e proprio in tv avviene due anni dopo in Incontro con Laura di Carlo Alberto Felice ma purtroppo la pellicola andò perduta e quindi il primo film è Preludio d’amore del 1946.
Prima abbiamo parlato del suo soprannome il Mattatore, ma quando risale questa opera?
Stiamo parlando degli anni ’50 dove iniziò con la fondazione del Teatro d’Arte Italiano insieme a Luigi Squarzina.
Il ’59 è invece l’anno del già menzionato Mattatore spettacolo che gli conferì un successo smodato e grandioso. Siamo arrivati a parlare dei famigerati anni ’60.
Sulla scia del 1958 con I soliti ignoti di Mario Monicelli sviluppò altri due seguiti nel 1959 e nel 1985.
Inoltre fu scoperto come ottimo interprete di ruoli comici soprattutto in ruoli popolari quali quelli di Dino Risi come ad esempio Il sorpasso del 1962 o Il profeta del 1968.
Invece nel ventennio che va degli anni ’70 fino ai ’90 lavorò a stretto braccio con Risi e Ettore Scola.
Negli anni ’90 ricordiamo un ruolo in particolare che ci ha scaldato il cuore e strappato qualche lacrima dal profondo di ognuno di noi. Stiamo parlando proprio della voce prestata al Re Mufasa ne Il Re Leone (1994).
I riconoscimenti e la vita al di fuori dei film
Per quanto la sua carriera cinematografia gli conferì un successo smisurato, Gassman non abbandonò mai il teatro ed in seguito aggiunse anche la poesia nelle sue opere.
Uno dei progetti più sensazionali e difficile da portare al pubblico fu l’Adelchi di Alessandro Manzoni, opera meno nota del poeta italiano.
Nonostante questo grazie al suo Teatro Popolare Itinerante riuscì ad affascinare mezzo milione di persone attraverso l’Italia. Ovviamente non mancano i grandi classici Greci, Dostoevskij e Shakespeare. Grazie al suo amore per il mondo del teatro ne fondò una a Firenze definita Bottega Teatrale diretta dal 1979 al 1991.
Nonostante volle mediare le sue apparizioni commerciali negli spot o negli spettacoli, partecipò alle apparizioni insieme a Mina, Corrado e Pippo Baudo mentre nella pubblicità rappresentò Nostradamus nel 1997, spot dell’Istituto Bancario San Paolo di Torino.
Sai che Gassman aveva un livello di autoironia e coltura talmente elevato che si potè permettere per tutto il decennio degli anni ’90 di recitare bollette del gas, menù e annunci economici e tenere gli spettatori col fiato sospeso.
Gassman regista e letterato
Vittorio Gassman ha avuto una carriera talmente variopinta da ricoprire talmente tante figure da confondere quasi le idee.
Infatti fu un regista cinematografico di spicco sempre incentrati su un forte accento autobiografico.

Anche in ambito letterario compose opere autobiografiche e anche opere quali Mal di parola (1992) o Ulisse e la balena bianca (1992).
Può vantare anche doppiaggi come Mufasa in Il Re Leone e voce narrante in Romeo e Giulietta di Franco Zeffirelli del 1968.
Per finire, ovviamente non per meriti od importanza, fu inserito tra i membri dell’Assemblea nazionale del PSI su proposta di Bettino Craxi (1987).
Parlando della sua vita privata ebbe tre mogli e tre compagne importanti.
Stiamo parlando di Nora Ricci dalla quale nacque Paola, Shelley Winters e nacque la figlia Vittoria, Juliette Mayniel che gli diede Alessandro Gassman.
In seguito intraprese una relazione con Diletta d’Andrea ed ebbero il figlio Jacopo, tra il 1953 e il 1960 ebbe una storia con Anna Maria Ferrero e, infine, dal 1961 per tre anni con la danese Annette Stroyberg.
Per via di queste storie private suscitò scandalo tra gli anni cinquanta e sessanta oltre al suo ateismo in un paese come l’Italia fortemente religioso.
Su questo argomento rimarrà famosissimo il dibattito tra Sordi e Gassman riguardo religione ed esistenza.

Posizioni contrastanti ma di una elevatezza intellettuale da creare ideologie fortemente condivisibili.
I premi
Per la sua arte e le sue opere fu premiato con il Leone d’oro, miglior interpretazione maschile, miglior attore, David di Donatello, Nastri d’argento e varie cittadinanze onorarie.
Ma non mancano oltre i premi anche i tributi in suo onore.
Stiamo parlando di due toponimi a Roma quali Largo Vittorio Gassman e Lungotevere Vittorio Gassman come Anna Magnani e Marcello Mastroianni, nel 2004 il Teatro Quirino assunse il nome di Gassman (Teatro Quirino – Vittorio Gassman), dal 2010 il comune di Milano gli dedicò una via, Narni una piazza e Gallarate intitola a Gassman il teatro Condominio.
La morte di Vittorio Gassman
Siamo purtroppo arrivati ad una nota dolente, la scomparsa del grandissimo Vittorio.
Si ritiene che fosse malato ormai da tempo da sindrome bipolare e, purtroppo, morì all’età di 77 anni nel 2000 stroncato da un attacco cardiaco nel sonno.
Per sua scelta fu cremato e poi tumulato nella tomba familiare d’Andrea (famiglia della moglie) situata nel Cimitero del Verano.
Le sue spoglie sono rappresentate da una lastra a forma di libro aperto riportante l’epitaffio “Non fu mai impallato!”.
Grazie ancora di essere stato con me in questa nuova avventura nel mondo dello spettacolo, alla prossima… CIAK SI GIRA!!!
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