I contenuti di questo articolo
Totò:“al mio funerale ci saranno paroloni ed elogi, scoprendo un grande attore: questo perché è un bellissimo paese in cui però, per essere riconosciuto in qualcosa bisogna prima morire”
Una delle frasi più celebri e d’impatto del nostro tempo pronunciate da un artista divino che inventò la comicità tragica sopra ogni cosa. Il grandissimo Totò.
Se ti interessa approfondire la storia del cinema e i suoi personaggi più importanti dai un’occhiata qui.
Chi è Totò?
Il nome originario di Totò è Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfirogenito Gagliardi De Curtis di Bisanzio, o più semplicemente Antonio de Curtis è il Nostro comico e attore che nacque a Napoli il 15 febbraio del 1898.
Lasciò come eredità grandissime opere sia come attore, che come drammaturgo, poeta, compositore, ecc. nel corso della sua carriera lavorò al fianco dei più grandi rappresentanti del panorama italiano e numerosissimi record d’incassi in quasi cinquant’anni di lavoro tra teatro, cinema e televisione.

Nell’ultima parte della sua carriera si dedicò a lavori più impegnati culturalmente anche se in condizioni di cecità quasi totale a causa di una malattia, la corioretinite.
Sai una cosa buffa ma che concise con quanto disse con l’affermazione iniziale? In vita i suoi lavori furono criticati e e stroncati da moltissimi critici e fu rivalutato solo dopo la morte, pensa un pò, aveva ragione. infatti, dopo la dipartita è ancor oggi considerato uno dei comici italiani migliori al mondo.
La moglie, Franca Faldini, nel 1977 scrisse il libro Memorie Totò: l’uomo e la maschera. Lo scopo era quello di smentire false affermazioni cucite addosso al marito parlando proprio della vita personale ed artistica di Totò.
L’origine dell’arte di Totò
Andiamo a vedere le origini e la vita del grande Totò.
Nacque nel 1898 a Napoli nel rione Sanità dalla relazione clandestina tra la madre Anna Clemente e Giuseppe de Curtis. Tuttavia il padre all’inizio non lo riconobbe e quindi il primo cognome adottato fu quello della madre.
Fin da piccolo l’arte occupò il maggior spazio nel suo cuore così tanto che fu rimandato a scuola ed intratteneva i suoi compagni con divertenti scenette.
Sai che tra le improvvisazioni sue preferite erano quelle di osservare le persone ed imitarne i movimenti.

Ti sei mai chiesto come mai quella sua strana conformazione del viso?
Quando si trasferì al collegio Cimino, colpito da un pugno accidentalmente, il mento e il naso presero la forma che ben conosci dando vita alla sua famosa “maschera”.
Nel 1913 lasciò gli studi dedicandosi esclusivamente alla scena esibendosi in spettacoli in periferia mediante lo pseudonimo di “Clerment”.
È proprio in questo periodo che conoscerà personaggi del calibro di Eduardo e Peppino De Filippo.
Un altro aneddoto particolare e simpatico riguarda la famosissima citazione “Siamo uomini o caporali?” Sai a cosa è dovuta?
Durante la prima guerra mondiale si arruolò volontario al Regio Esercito e fu assegnato ad una fanteria dove subì innumerevoli soprusi da parte di un graduato.
Ecco come nacque questa celebre frase.
Dopo il sevizio militare aspirava alla marina ma non sopportando la disciplina scelse nuovamente la via del macchiettista ed è proprio allora che venne scritturato da Eduardo D’Acierno seguito da un primo successo alla Sala Napoli in una rappresentazione parodica della canzone Vipera di E. A. Mario.
La carriera artistica di Totò
All’inizio del 1920 il padre riconobbe Totò e sposò la madre trasferendosi tutti a Roma dove venne scritturato come “straordinario”, ovvero artista senza compenso della compagnia Capece e, quando chiese del denaro per pagare i propri spostamenti, fu allontanato dal teatro in malo modo.
Decise quindi di esibirsi in proprio e fece un colloquio al Teatro Ambra Jovinelli con il titolare Giuseppe Jovinelli e fu assunto immediatamente.
Debuttò con tre macchiette Il bel Ciccillo, Vipera e Il Paraguay ottenendo successo e entusiasmo anche da parte di Jovinelli.
Nonostante tutto ancora non aveva una paga buona e grazie all’amicizia con un barbiere, Pasqualino, lo fece scritturare al Teatro Sala Umberto impietosito dalla sua situazione.
È proprio qui che il suo spettacolo e le sue macchiette gli permisero di essere apprezzato talmente tanto da rappresentare la vera affermazione nel campo dello spettacolo di varietà.
Gli anni tra il 1923 e il 1927 sono quelli più produttivi per la sua carriera, infatti si esibì nei caffè-concerto più popolari d’italia facendosi conoscere anche a livello nazionale.
Iniziò a curare di più il suo aspetto e il suo guardaroba tanto che ebbe maggior successo con le donne appioppandosi anche il titolo di “sciupafemmene”.
In quegli anni fu scritturato da Maresca prima nella compagnia della primadonna Isa Bluette e poi quella di Angela Ippaviz ed è proprio nella prima che conobbe l’amico Mario Castellani il quale in seguito divenne la spalla più apprezzata di Totò.

La storia sentimentale
Tuttavia nonostante le molte donne, non si sentì soddisfatto finché non conobbe Liliana Castagnola.
Donna bellissima che aveva scatenato la gelosia di moltissimi uomini. Alcuni combatterono tra loro, un altro addirittura arrivò a spararle e a suicidarsi in seguito. Fu colpita al volto con una scheggia di proiettile, difatti la sua acconciatura a caschetto serviva proprio a coprire questo sfregio.
Giunta Napoli nel 1929 ricevette dei fiori da De Curtis a cui lei rispose positivamente e così iniziò la loro storia d’amore.
Seguì quasi subito un periodo di gelosie a causa dei corteggiamenti dei suoi ammiratori e questo logorò il loro rapporto.
Il rapporto morboso di lei fu talmente forte che si fece scritturare nella stessa compagnia del suo uomo ma Totò, sentendosi troppo oppresso, accettò il contratto con un’altra compagnia che lo portò a Padova.
Liliana si sentì talmente abbandonata che non sopportò la lontananza e si suicidò ingerendo un intero flacone di sonniferi e lasciando una lettera per l’amato.
Quando Totò ritrovò il corpo della sua donna esanime, fu colto da improvvisa desolazione fino quasi a sentirsi male.
Raccolse il fazzoletto sporco di rimmel che la donna utilizzò probabilmente per asciugarsi le lacrime mentre si stava uccidendo e lo conservò per tutta la vita.
Amò talmente Liliana che decise di battezzare sua figlia Liliana De Curtis in suo onore.

I successi artistici
Intorno al ’32 divenne addirittura capocomico di una propria formazione e nel ’40 in tournée a Firenze conobbe Diana Rogliani dalla quale ebbe la figlia, chiamata appunto Liliana.
Gli anni 30 non furono molto redditizi ma gli portarono una fame stellare.
È proprio in questi anni che la sua interpretazione libera senza copione spopolò senza eguali. Il suo debutto al cinema arrivò anni dopo intorno al 1937 con il film Fermo con le mani di Gustavo Lombardo ma, purtroppo, non ottenne il successo sperato.
Un anno dopo però un infortunio lo segnò nel profondo, il distacco della retina che gli causò la perdita della vista dell’occhio sinistro.
Ma non finì qui e a causa della sua gelosia, il suo matrimonio entrò in crisi fino a quando si separarono, pur continuando tuttavia a vivere insieme.
Due anni dopo arrivò la seconda opera che tuttavia vide lo stesso epilogo, stiamo parlando di Animali pazzi di Bragaglia.
In sostanza fino al 1940 il cinema non portò a Totò lo stesso successo del teatro.
Durante la guerra anche il mondo dello spettacolo venne scosso e molti eventi subirono interruzioni o rinvii ma nono stante tutto riuscì comunque ad intrattenere il suo pubblico.

Totò fuggitivo in guerra
Nel ’44 subì numerose denunce e per evitare l’arresto dapprima si rifugiò in casa con l’ex moglie e la figlia, ma fu riconosciuto da alcuni fan e quindi si nascose nella casa dei genitori a Roma dove vi rimase fino al 4 giugno, ti ricorda qualcosa?
Si, il giorno della Liberazione della capitale e il 26 giugno tornò a recitare scimmiottando il Duce e Hitler impersonandolo con un braccio ingessato e i affetti che gli facevano il solletico mandando la platea in visibilio.
In quegli anni lavorò anche a stretto contatto con un’attrice che sicuramente conoscerai, Anna Magnani.
Tra il ’44 e il ’49 interpretò altre pellicole ma la più famosa che rimase nel tempo è C’era una volta il mondo, composto da indimenticabili sketch come quelle del Vagone letto.
Quest’ultima ebbe un successo talmente spropositato che venne presentato anche a Zurigo dove venne accettato a gran voce.
Sai che i suoi spettacoli finivano sempre con la sua corsa tra il pubblico con una piuma sulla bombetta al ritmo della fanfara dei Bersaglieri?
Totò nel dopoguerra
Nel 1947 lo scosse tantissimo anche la morte della madre ma riuscì malgrado tutto a non mischiare mai vita privata e lavoro continuando il suo show.
Prima abbiamo detto che è stato un attore dedito all’improvvisazione, ma andiamo a vedere il motivo di tutto questo.
Egli interpretò quasi tutte le sue parti totalmente a braccio a seconda del momento ed in effetti se lo poteva permettere.
Egli riteneva che il copione fosse esclusivamente un punto di partenza, un schizzo per esprimere poi quello che doveva nascere dall’anima dell’autore.
Difatti modificava il copione e modificava i passaggi che non lo convincevano e alla prove assistita con pigrizia e in modo svogliato.
Sai una curiosità qual’è? Che Totò era abituato al “buona la prima” tipico del teatro e non del cinema.
Dopo qualche ciak perdeva totalmente la concentrazione e quindi usavano una controfigura per sistemare luci e scena e in seguito entrava in scena Totò per girare.
Inoltre era abituato a lavorare di sera e non durante tutto il giorno come nelle riprese, essendo molto superstizioso si rintanava in casa sempre di martedì e venerdì 13 o 17.
Gli anni tra il ’49 e il ’50 segnano per Totò l’ultimo successo a teatro grazie alla rivista Bada che ti mangio!.
Il 1951 fu l’anno in cui ebbe uno squilibrio talmente debilitante che litigò fortemente con Diana Rogliani, la quale se ne andò e si risposò e così fece anche la figlia.
Lo stesso anno fu rifiutato dall’attrice Silvana Pampanini dopo il film 47 morto che parla nonostante il corteggiamento da parte dell’attore.

Il 1951 fu un anno per fortuna di grandissime soddisfazioni cinematografiche, come Totò cerca casa e Guardie e ladri insieme all’amico Aldo Fabrizi.
Il personaggio del ladro in Guardie e ladri non lo convinceva in quanto troppo reale e drammatico ma si trasformò in un successo sconvolgente anche da parte della critica.
Poi per fortuna arrivò anche il successo in campo sentimentale notando una ragazza sulla rivista Oggi. Stiamo parlando di Franca Faldini e dopo un mese di corteggiamenti si fidanzarono.
Avevano una differenza di 33 anni ma rimasero insieme fino alla morte di Totò.
Successe un altro incidente a Totò nel 1952 durante le riprese di Totò a colori, film che tra l’altro fu un successo assoluto. Le forti luci sul set gli causarono forti dolori all’unico occhio funzionante, il destro, e un’infiammazione fortissima al cuoio capelluto svenendo sul set.
Nonostante i numerosi successi cinematografici purtroppo ci fu un episodio che segnò moltissimo la sua vita.
La Faldini dopo un parto drammatico diede alla luce il maschietto Massenzio nato di otto mesi ma perse la vita poco dopo.
Questo fatto lo demolì sensibilmente rinchiudendosi per settimana in casa finché nel ’56 riprese a lavorare girando quattro film a catena che segnano l’apoteosi cinematografica.
Tra questi ricordiamo Totò, Peppino e la… malafemmina e La banda degli onesti dove Totò fece veramente la differenza.
Il centesimo film come ultimo atto
Purtroppo a Milano nel ’57 la broncopolmonite virale lo debilitò ma volle continuare a girare finché non svenne prima dell’entrata in scena.
Continuò ancora ad insistere per lavorare ma purtroppo gli fu diagnosticata una corioretinite emorragica all’occhio destro che gli causo quasi la più totale cecità ed ebbe un’ulteriore ricaduta nel 1959 ebbe una ricaduta durante le riprese del film La cambiale.

Due anni dopo finalmente gli fu comunicato la vincita della Grolla d’oro alla carriera ma, ironia della sorte come in tutta la sua carriera, per motivi di salute dovette rinunciare e il premio fu affidato ad un altro attore. Nonostante la condizione fisica nel ’64 arrivò il suo centesimo film il comandante.
Tale film fu il primo interrante drammatico con il quale ottenne la Sirena d’oro. Poco prima della morte diede vita a film molto importanti come Uccellacci e uccellini nel quale fu sempre contenuto da Pasolini senza dar troppo spazio alle sue improvvisazioni, cosa che Totò non apprezzò ma fu indiscussa per il mondo la straordinaria interpretazione dell’attore napoletano.
Inoltre fece due apparizioni in tv nel 1958 nel programma Il Musichiere e nel ’65 nella trasmissione Studio Uno su invito di Mina.
Purtroppo chiudiamo con la nota dolente della sua scomparsa.
All’età di 69 anni si spense nella sua casa alle 3 del mattino circa del 1967 stroncato da un infarto.
Sai che ebbe addirittura ben 3 funerali? Il primo fu celebrato nella capitale vegliato da moltissime persone dello spettacolo tra i quali Sordi, Salce, Elsa Martinelli e molte altre. Il secondo fu a Napoli nella sua città natale dove furono interrotte tutte le attività e le mura furono corredate da manifesti di cordoglio. Infine il terzo funerale fu organizzato da un capogruppo del Rione Sanità, il suo quartiere d’origine, a cui parteciparono moltissime persone.
Spero che le tue domande sul grandissimo Totò abbiano trovato le risposte giuste, ciao amico mio e “Signori si nasce…..”.
Se ti interessa approfondire la storia del cinema e i suoi personaggi più importanti dai un’occhiata qui.
Lascia un commento