I contenuti di questo articolo
Cosa sarebbe una pin-up senza le sue calze vintage? (e senza reggicalze vintage?)
Le calze sono il simbolo della femminilità, della seduzione senza tempo, di una donna che ha piena coscienza di sè. E non solo lo è, ma soprattutto sa di sa di essere guardata.
In questo articolo analizzeremo alcuni aspetti della storia delle calze, i materiali, i tipi di calze usate fino ai giorni nostri e una piccola lista di film consigliati.
Storia delle calze e curiosità
Gil Elvgren disegnava sempre le sue pin-up con indosso questo accessorio che poi tanto “accessorio” non è.
Celebrata da registi come Fellini, Vittorio de Sica, Antonioni, Mike Nichols e tanti altri che, evidentemente, ben apprezzavano il potere seduttivo di questo strumento o, per meglio definirla, un’arma di distrazione di massa! Scopriamo la storia di un indumento dal grande fascino…

Addio seta, benvenuto nylon
Questo strumento di seduzione, feticcio per eccellenza, compie proprio in questi giorni il suo 84^ compleanno. L’inventore sintetizzò una piccolissima quantità di nylon un giorno di settembre del 1938 nei laboratori della DuPont De Nemours, colosso americano della chimica. La ricerca di un nuovo materiale era stata promossa proprio dal governo statunitense, il quale doveva necessariamente svincolarsi dai commerci con il Giappone, maggiore importatore della seta.
Il nome nylon infatti sembra voglia essere l’acronimo di “Now You’ve Lost Old Nippon” (Ora hai pin perso vecchio Giappone) Chissà dove finisce la storia e dove inizia la leggenda …
La nuova fibra trasparente risultava leggera e duttile, ma anche resistente e facile da trattare. Flessuosa ma al tempo stesso delicata al tatto, era perfetta da impiegare per la produzione di calze da donna. DuPont ne diede una descrizione lapidaria ma efficace : “Strong as steel, fine as a spider web”.
Forte come l’acciaio, delicata come una tela di ragno
Il chimico Carothers non godette mai del successo della propria invenzione, a causa di una grave depressione che lo portò mesi dopo al suicidio. Solo in quel primo anno furono vendute 64 milioni di calze.?
Velata, velatissima, a rete e decorate, autoreggenti con la banda in pizzo e l’interno in silicone oppure -le mie preferite in maniera assoluta- le calze da reggicalze. Si trovano in una grande varietà di colori, nei vari toni della pelle per dare l’effetto discreto della pelle nuda, oppure nei colori sposa -bianco e panna- fino a quelli da sera – grigio, marrone e nero – sigillo di eleganza ancora più incisivo. All’occhio ma anche al tatto, una gamba avvolta in un paio di calze di buona fattura apparirà più setosa e soffice.
A parer mio, dovremmo riappropriarci dei segreti di bellezza delle nostre nonne per utilizzarli in questo tempo moderno, veloce, disattento.
Questo capo è così affascinante da resistere fino ad oggi, attraverso le mode che si alternano, i tempi che cambiano e lo stile di vita che si trasforma ed è sempre più frenetico. Le calze disegnano e glorificano le gambe delle donne; quelle donne che non temono di esserlo e con questa consapevolezza sanno giocare, e sanno condurre gli sguardi a fantasticare/desiderare/immaginare di più sulle forme dell’eros femminile.
Le invenzioni portano con sé una scia di innovazioni, e le calze non da meno, ora elastiche perché fatte di nylon, avevano bisogno di un nuovo indumento capace di farle stare su: il reggicalze! Una fascia da indossare all’altezza dei fianchi dotata di “bretelle” per ancorare le calze.
Le calze diffuse oggi per “comodità” sono i collant, realizzati grazie ad un’invenzione successiva sempre a nome DuPont, la lycra (1959). Personalmente le trovo odiose perché costringono i fianchi e gli elastici lasciano quei bruttissimi segni sulla pelle. Ma non confondiamoci, le calze per eccellenza sono quelle da indossare con un reggicalze vintage. Molte donne lo trovano una smanceria inutile, secondo me è un vezzo per compiacere se stesse e uno sguardo innamorato.
I tipi di calze: full-fashioned, ad ogni costo!
Delle particolari macchine tessevano le calze con la famosa cucitura sul retro, la riga. All’inizio erano solo così. Perché questa linea verticale? Semplicemente per una necessità produttiva: il nylon, ma prima ancora la seta, veniva originariamente tessuto in un unico foglio teso. I lembi di questo foglio venivano poi cuciti insieme per dare la forma alle calze, e i punti di questa cucitura danno vita alla “riga”. E’ il modello full-fashioned.

Gli uomini piansero lacrime amare quando l’industria bellica ritirò dai commerci (e dagli armadi) le adorate calze di nylon per trasformarle in paracadute, alianti e divise militari. Ma le donne non? rinunciarono a indossare le calze, sebbene siano diventate un lusso superfluo.
Baluardo della femminilità e appiglio al benessere perduto tra le macerie della guerra; quando non le si può acquistare si simulano, applicando polvere di cacao o caffè direttamente sulla pelle (i primi prodotti simili agli spray di oggi) e la riga si disegna. Direttamente sulla pelle, con una matita labbra o a carboncino si traccia quella linea verticale perfetta che per decenni aveva spopolato tra le donne.

Con l’avanzare della tecnologia applicata alle macchine, il nylon esce già tessuto con la forma della gamba e la riga viene eventualmente aggiunta in un secondo step per dare quel look vintage che ci piace tanto.
Ma c’è qualche eccezione….. Secretinlace produce ancora le calze di nylon proprio in quel modo autentico con cui, come negli anni ’50, le calze vengono rifinite con la cucitura sul centro dietro e, pi? in alto sulla fascia, hanno il tipico foro ogivale.
Le calze vintage e il tacco alto: non mi fai paura!
Slanciano la gamba, ti fanno più longilinea e mettono in risalto le tue curve. Che siano poche o tante, le forme femminili del tuo corpo si bilanceranno. Parliamo di tacchi, ma non di quelli posizionati sulle suole delle nostre scarpe, bensì della cucitura di rinforzo che trovate sul tallone delle vostre calze!

Per concludere la cronaca arriviamo al tallone, chiamato appunto tacco:? il punto dove c’è maggiore sollecitazione e bisogno di più struttura.
Come per la riga, una volta era fatto per necessita mentre oggi è una semplice riproduzione realizzata a fini estetici. Questo è il giusto approdo dove lo sguardo dell’ammiratore giunge alla fine di un interminabile viaggio lungo la maliziosa riga.
- Tacco alla francese, con una decorazione piramidale che somiglia alla Tour Eiffel
- Cubano, la decorazione è squadrata, simile ad una piramide atzeca
- Europeo, in variazione di quello cubano, più corto e largo, per un look più discreto
Oltre alle varie forme di tacco, le case produttrici oggi si sbizzarriscono a produrre calze con riga e tacco tono su tono nei più svariati colori: azzurro, verde, rosa, rosso …. magari da abbinare al colore del vestito o al tuo umore!

Film da vedere (e magnifiche interpreti con le calze)
Avete presente la celebra scena in cui Sophia Loren seduce Mastroianni sfilando con malizia una calza? Per espugnare qualche segreto in più ecco una lista di fantastici film culto in fatto di seduzione e, ovviamente, di calze
- Il magnifico scherzo e Fermata d’autobus, Marylin Monroe
- Ieri oggi domani, Sophia Loren
- Casino Royale, Ursula Andress
- Rolled stockings (anni ’20), Louise Brooks
- Riso Amaro, Silvana Mangano
- L’Angelo Azzurro, Marlene Dietrich
- Il Laureato, Anne Bancroft
- Barbarella, Jane Fonda
- La bella di Mosca e Singin’ in the rain, Cyd Charisse
Io avrei creato una sorta di antologia delle calze nel cinema,
ritagliando brevi clip dai film (circa una 70ina).
Siccome nel mio canale Youtube non tratto solo di questo indumento
ho creato una pagina apposita, se gradite visitare
Grazie dello spazio e attenzione