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Oggi parleremo del capolavoro di Dino Risi, Il sorpasso, che rappresenta il benessere e il boom economico degli anni ’60. In un’Italia piena di prospettive, due amici si preparano ad affrontare un viaggio a tutta velocità verso il futuro, la vita e la gioia…ma il sorpasso finale avrà un tragico epilogo!
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La trama de Il Sorpasso
Ci troviamo a Roma a ferragosto, una Lancia Aurelia B24 sfreccia lungo le strade con a bordo Bruno Cortona. Egli è un uomo di mezz’età nullafacente alla ricerca di sigarette e un telefono pubblico con un amore spassionato per velocità e belle donne.
Un colpo di telefono a Roberto Mariani, in città per preparare gli esami, e partono per un lungo viaggio per la Via Aurelia in direzione Toscana a tutta birra e si fermano anche per fare visita ai parenti di Roberto e alla figlia e all’ex-moglie di Bruno.
La meta è il mare.
Dopo un viaggio lunghissimo, fatto anche di momenti di tensione, i due si completano seppur molto differenti. Purtroppo la vicenda raggiunge il suo apice quando all’ennesimo sorpasso azzardato si scontreranno con un camion finendo in un burrone dove Roberto perde la vita mentre Bruno si salva gettandosi fuori dall’auto.

Curiosità del film
Una piccola curiosità sul soggetto scritturato.
In principio Bruno doveva essere interpretato da Alberto Sordi che aveva un’esclusiva con Dino De Laurentis e fu scelto quindi Vittorio Gassman sulla produzione di Mario Cecchi Gori.
Sai che Cecchi Gori spinse per far concludere le riprese entro 60 giorni? Questo per evitare l’aumento considerevole delle spese passato quel tempo limite di riprese.
Le riprese iniziarono veramente a Ferragosto e mancava un solo attore, l’interprete di Roberto Mariani.

Usò quindi una controfigura inizialmente, per poi scritturare Jean-Luis Trintignant. Infatti sono sempre riprese in campo lungo e quando l’auto sfreccia difronte le telecamere, viene ripreso sempre a volto coperto o nascosto.
Inoltre le strade iniziali riprese nel film sono relative alla zona della Balduina, simbolo negli anni ’60 del boom economico.
Si ferma in seguito a bere ad una fontanella e affacciato ad una finestra in lontananza si può intravedere la controfigura di Roberto.
Una piccola curiosità riguarda le riprese tra Bruno e Roberto svolte in luoghi e tempi differenti e lo si può capire da qualche particolare.
La scena della fontana presenta la controfigura affacciata ad una finestra molto grande divisa da tre vetri e solo uno di essi chiuso. Una volta scritturato Trintignant si vede invece una finestra più piccola.
La cosa più strana del film
Riguarda proprio il finale del film stesso, nato da una scommessa fra Mario Cecchi Gori e Dino Risi. La scelta del finale era tra l’epilogo tragico di Risi e un’inquadratura dei due che si allontanano sfrecciando sulla Lancia.
Sai come fu scelto?
Grazie al Sole.
Si hai capito bene, il Sole. In effetti se il giorno seguente la ripresa del finale ci fosse stato bel tempo si sarebbe optato per il finale melodrammatico, altrimenti il lieto fine di Cecchi Gori.
E, beh, penso che ormai sai come sia andata a finire.
Il sorpasso è uno dei film a taglio comico caratterizzante la commedia all’italiana.
Nonostante ciò i produttori e registi vanno al di là della semplice macchietta esilarante.
Infatti il regista è laureato in psichiatria e psicologia.
Lo si può vedere dalla figura di Trintignat, rappresentante un giovane che trasmette ampiamente timidezza e schemi ben precisi incastonati in canoni sociali della Roma di successo della piccola borghesia.
Si tratta quindi di una commedia nuova, distinta dallo standard cinematografico dove vediamo uno stile lanciato sui 130 orari per quasi tutto il film ed una battaglia psicologica Bruno-Roberto molto distintiva.
Di fatti abbiamo due personaggi talmente differenti fra loro da attrarsi senza mai allontanarsi, parliamo quindi di un duello in costante “corsa” evolutiva.

Alcune scene possono quasi essere considerate dei pezzi di documentario, una sorta di cinegiornale
Per capirci possiamo pensare ad una scena in cui al mare durante il ballo il regista si sofferma molto a lungo sui passi di twist dell’epoca.
Ma la parte più interessante è proprio il simbolismo e la metafora che cerca di trasmettere. La strada che tanto percorriamo a braccetto con i personaggi rappresenta la fine di un’epoca di benessere che l’Italia stava vivendo negli anni ’60 e il salto nel vuoto ci mostra la dualità e il bivio raggiunto dall’italianità.
Vediamo come la morte dell’ingenuità ed onestà lascia campo libero all’altra faccia della medaglia, quella arrivista e furbesca.
Un’altro simbolo di questo periodo è anche la lunga Via Aurelia sulla quale si snoda la vicenda, la quale sta a significare l’evasione e il benessere della vacanza fuori da Roma.
Inoltre il nome della Lancia Aurelia non può essere solo una coincidenza con il nome della via che caratterizza il film.
Parliamo un secondo della scelta della colonna sonora e di quelle che accompagnano il film.
Mentre la colonna sonora fu scritta da Riz Ortolani, le altre musiche sono tratte da Tony Renis, Mario Cenci, Domenico Modugno, Carlo Rossi e molti altri. Viene quindi utilizzato un mix di musiche molto in voga in quel tempo per aumentare ideale di svago e divertimento della Roma di quegli anni. Fu così d’impatto Il sorpasso che in Francia uscì con il nome Le Fanfaron e in America The Easy Life. In questo paese fu talmente un successo che vi si ispirò per Easy Rider il regista Dennis Hopper.
Per concludere anche questo piccolo capitolo insieme parliamo ora della corsa verso il successo.
Alla prima parteciparono pochissimi spettatori e fu stroncato dalla critica ma, fortunatamente grazie al passaparola delle persone che lo videro fu plasmato il suo successo fin anche oltre oceano.
Il sorpasso costò circa 300 milioni di lire e in tre anni incassò più di un miliardo e centottanta milioni di lire.
Grazie alla sua sottile trama e fine simbolismo anch’esso rientra nei 100 film italiani da salvare che hanno cambiato la mentalità dell’italia del dopoguerra.
Alla prossima caro amico e occhio alla pagina mi raccomando.
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