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Oggi parleremo di uno degli accessori, uno degli strumenti per il make up più amati e di sicuro vero amico di tutte le donne. Stiamo parlando proprio del rossetto.
Inseparabile ed indispensabile confidente di tutti i giorni, accompagna da sempre il gentil sesso con una sua sfumatura o tonalità.
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La storia del rossetto
Ma sai veramente cos’è e come è nato il rossetto?
Ci credi s eri dicessi che risale circa a 5000 anni fa nell’antica Mesopotamia? Si te lo giuro, non ti sto assolutamente prendendo in giro anche se in effetti suona strano.
Per essere precisi il rossetto in questione è stato rinvenuto nella tomba della principessa Shubad (Puabi), principessa della città Sumera di Ur (2000 a.C. circa).
Il “cosmetico” era tenuto in un cofanetto d’oro contenente un composto di olio di sesamo, pigmenti ed essenza di rosa.
Addirittura Cleopatra usava pigmenti estratti da coleotteri e formiche per dar vita ad una pasta per marcare le labbra e i suoi occhi. Inoltre fin dall’antica Roma per dar lucentezza alla lebbra si utilizzava un estratto della feccia del vino o dall’ocra.
Purtroppo però venivano impiegati anche prodotti tossici quali il minio o il cinabro.
Nel Regno d’Inghilterra nel sedicesimo secolo invece la regina Elisabetta per evidenziare le propria “femminilità”, utilizzava un bastoncino dove sulla punta vi era una pasta di semi colorata.
Vuoi saper cosa successe proprio nel parlamento britannico a causa di questo accessorio?
Nel 1770 ne fu proibito l’utilizzo in quanto le donne lo utilizzavano come strumento di seduzione e perciò considerate streghe.
Purtroppo da quel momento in poi ne cambiò totalmente l’utilizzo accompagnando le prostitute nel loro lavoro.
Il rossetto nel 900
Prova ad indovinare quando tornò di nuovo in voga? No?
Te lo svelo io, nella prima guerra mondiale… sai come? Grazie al cinema.

Si, proprio “la pellicola” permise al rossetto di ritornare di moda in quanto le attrici lo utilizzavano nelle loro interpretazioni.
È proprio nel 1940 che l’azienda francese Guerlain produsse il primo lipstick iniziando a creare in questo modo un mercato vero e proprio intorno al rossetto.
All’inizio veniva conservato in vasetti o carta colorata, in verità scomodo da portare nelle borsette o dietro con se.
È così che entrò a far parte del quotidiano comune. Il primo lipstick simile all’attuale fu creato nel 1915 da Maurice Levy. Il tutto consisteva in un contenitore di metallo con una levetta materiale che ne permetteva la fuoriuscita del contenuto.

I materiali tossici dei cosmetici
Purtroppo non è rosa e fiori tutto quello che viene raccontato o prodotto.
Di fatti all’inizio alcuni materiali o composti erano cancerogeni e tossici. Soprattutto preoccupavano le alte percentuali di piombo contenute nei rossetti.
Per capirci oggi diremmo che erano in numero compreso tra 0.03 a 0.65 ppm (parti per milione) quando il limite è posto a 0.1 ppm. Posto ciò, renditi conto quanto potevano essere dannosi per la salute del consumatore.
Altri materiali tossici impiegati sin dai romani erano derivanti da minerali quali il minio e il cinabro, dal quale si ricava anche il mercurio, per ottenere il colore rosso.
Ma che successo ebbe intorno agli anni ’50?
Dopo la guerra mondiale il boom economico di America ed Europa innalzò lo stile di vita del consumo quotidiano della media di tutti in consumatori.
Si diffondono esempi di femminilità molto provocanti e d’impatto, guarda ad esempio Merilyn Monroe.
Ma perché questo bisogno sfrenato di dover apparire come immagine commerciale detta? Questo perché la pubblicità e la comunicazione di massa aveva ideato precise icone da emulare.
Grazie all’azienda Max Factor inizia una linea low cost per soddisfare ogni tipo di richiesta per qualsiasi donna del pianeta. Iniziano così a prendere piede correttori per le imperfezioni, creme puff trasformando l’idea di casalinga a diva sexy.

Tutto questo però senza mai sfiorare il volgare o l’esagerato ma predominano i tocchi eleganti e raffinati.
Precisamente il fondotinta utilizzato doveva essere il più possibile vicino a colore della pelle coadiuvato da segni rossi di fard, un tocco di ombretto verde o blu, una linea di eye-liner nero e mascara rigorosamente nero. Ma come veniva utilizzato l’eye-liner? Linee che tendevano a dare l’idea dell’occhio di gatto all’insù.
Ma il tocco definitivo era dato da un colore rosso brillante come rossetto che dava lucentezza al volto e al sorriso.
Come viene riprodotto oggi tale stile anni ’50 tipico di Marilyn Monroe e Audrey Hepburn?
Troviamo un biondo platino ben voluminoso e un rossetto a smalto in tinta eccessivamente brillante.
Ma cosa non è da sottovalutare?
I classici occhi ipnotici e ricchi di intensità. Per ottenere questo effetto serve oltre l’eye-liner, folte sopracciglia a matita, mascara e ombretto.
Oltre al ritorno in voga del vintage troviamo oggi l’impiego del Rouge Rouge delle celebrità più famose quali Gwen Stefani, Miley Cyrus, Dita Von Teese e tantissime altre.
Il rosso intenso oggi è diventato praticamente il marchio di fabbrica di ogni donna come fosse una firma personale della propria femminilità e bellezza.
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