I contenuti di questo articolo
Il nostro appuntamento di oggi sarà incentrato su un capo d’abbigliamento di fortissima tendenza del mondo maschile: il gilet vintage.
In realtà lo avrai conosciuto in molte vesti e con molti nomi. Panciotto, gilè, gilet vintage, senza maniche e tanti altri nomi, alcuni anche bizzarri…Il succo rimane comunque lo stesso.
Il gilet vintage o rètro rimane ancora oggi un capo veramente molto interessante, che sa dare un tocco di classe o, perché no, un tocco di personalità casual al tuo outfit.
Sei interessato alla moda? Dai un occhiata qui.
Quando nasce il gilet vintage
Nato ed impiegato nel mondo nobile, il gilet vintage o rètro è tra i capi più versatili nel campo della moda.
Addirittura il Re Luigi XVI, il famoso Re Sole imponeva l’utilizzo del gilet ai cortigiani della corte di Versailles e, da quel momento in poi, le corti d’Europa adotteranno questo stile composto da giacca, gilet e pantaloni corti.
Tuttavia sai che non aveva lo stesso taglio di quello che conosciamo oggi?
Infatti in origine era lungo fino al ginocchio e le sue maniche lunghe fungevano da riparo contro il freddo. Quindi, nonostante i materiali ricercati e pregiati, il suo era un impiego del tutto pratico tra i quali riporvi la cipolla “l’orologio nel taschino”.
È propio con il Re Sole che inizia ad assumere la versione accorciata che conosciamo, negli anni ’60 nella forma dedicata al mondo femminile tramite ad Yves Saint Laurent e Moschino e dieci anni dopo una versione nera verrà indossato da Liza Minelli con pantaloncini e bombetta nel “Cabaret”.

L’evoluzione del gilet
Nel tempo passa dallo stile frivolo barocco ad uno più austero e lineare dell’ottocento dove si presenta monopetto composto da un colletto a fascia rigida, un tessuto a panno chiaro e falde ridotte.
L’etimologia della parola gilet
Gille è una specie di variante di aegedius che significa letteralmente buffone.
Pertanto il gilet era la veste appartenente ai giullari definiti Giles.
È proprio negli anni ’20 che diventa un’icona grazie al cinema e alla fotografia. Iniziano a venir impiegate forme e colori come ad esempio figure geometriche, decor e inserti in stoffe.
Nonostante la loro espressione artistica simboleggiavano sempre una cerca posizione sociale.
Il gilet moderno
Trent’anni dopo, nel 1950 nacque il Teddy Boy.
Deriva dall’epoca di Edoardo VII figlio della regina Vittoria.
Il loro abbigliamento presentava un gilet molto appariscente e dai tessuti broccati su di un pantalone skinny con risvolto.
Contrapponevano uno stile elegante con atti ribelli scimmiottando così il rigore degli ufficiali della Guardia Reale.

Arrivati agli anni ’60 come abbiamo detto prima si affaccia anche sul mondo femminile sostituendo la giacca del tailleur e negli anni ’70 viene decorato con frange, perline, stampe, lavorato all’uncinetto per rappresentare lo stile hippy del tempo.
Un esempio di stravaganza lo vediamo nell’utilizzo che ne fa la cantante Janis Joplin.
In seguito assunse un look iperchic alla Twiggy in stile Bon Ton in tessuto, maglia, abbottonato o non accompagnato da bermuda, camicia bianca e cravattona in bella vista.
Nel film Io ed Annie di Woody Allen invece troviamo il boyfriend style.
Difatti Madonna fece scalpore con un look impostato su gilet, camicia, pantaloni e cravatta. Molte donne furono immortalate negli anni ’90 in gilet gessato, camicia da uomo e cravatta dalla macchina fotografica di Peter Lindbergh.
Addirittura assunse toni dark con la pelle color nero opaco, borchiato con cinghie in pelle.
Arrivati alle rockstar inglesi come si evolve il gilet?
Un esempio principe e quello denim di Paul Simonon, ancora oggi amato dai vip e addirittura ne esistono anche ricoperti di pelliccia.
Ma oggi come viene visto il gilet?
Oggi grazie al monopetto, doppiopetto ecc, i gilet accompagnano uomini e donne in qualsivoglia tipo di evento ed occasione che sia informale e non.
Come deve essere il gilet vintage rètro oggi!
Il gilet deve essere aderente, sovrapporsi al pantalone e coprire la camicia che dovrà essere rigorosamente precisa al busto per evitare rigonfiamenti indesiderati.
Durante eventi informali l’ultimo bottone si può lasciare anche aperto ma, durante le cerimonie, deve essere rigorosamente chiuso e soprattutto evitate cinture che possano ispessire il girovita.
Sicuramente ora avrai delle domande che ti sorgono spontanee in mente. Vediamo ora di rispondere alle tue perplessità.
In Francia nasce l’ideale di gentleman dove il completo era composto da giacca justacorp, pantalone culotte e gilet.

Consigli per indossare un gilet vintage o moderno
La base è costituita da una camicia aderente che non deve assolutamente fuoriuscire.
E la dimensione?
Non deve essere ne troppo larga ne troppo stretta ma deve seguire le linee del corpo e per non sbilanciare l’effetto la parte frontale non deve superare la vita.
Inoltre le spalle devono cadere precise lungo il colletto della camicia senza risultare ampi e, se accostato ad un abito, la scollatura deve essere più stretta della giacca per essere ben visibile.
Mi raccomando segui questa piccola lista di consigli e non sbaglierai di certo nello scegliere il tuo stile preferito, rigorosamente ben studiato.
Lascia un commento