I contenuti di questo articolo
Oggi parleremo di un marchio automobilistico che sicuramente conosci anche se le automobili non sono la tua passione, la FIAT (Fabbrica Italiana Automobili Torino).
È una storia molto antica che risale al 1899 fino poi a sviluppare differenti settori fino a diventare uno dei gruppi finanziari ed industriali più grandi al mondo del XX secolo.
È stata la prima holding del Paese e terza casa automobilistica a livello europeo.
Le origini della Fiat
Passiamo in rassegna un pò di storia di questa grandissima e solidissima azienda.
In origine l’idea fu merito di un gruppo di professionisti e imprenditori e in principio nacque Emanuele Cacherano di Bricherasio e Cesare Goria Gatti.
Uscì così la Welleyes costruita artigianalmente e, una volta assistito al successo ottenuto, decisero di portare il tutto su scala industriale. Lo sai che la quota societaria di Giovanni Agnelli fu destinata a lui in extremis dall’amico Ludovico Scarfiotti.
Pensa l’ironia della sorte. La prima macchina a livello industriale fu la 31\2 HP e precisamente 8 esemplari, su modello della Welleyes.
Lo stabilimento denominato Lingotto fu costruito nel 1900 entrando poi definitivamente in funzione nei primi del 1916. In seguito l’azienda divenne totalmente di Agnelli che poi divenne Senatore nel periodo Fascista rimando a capo della FIAT fino alla fine del secondo conflitto mondiale.
Dopo il periodo negativo sotto Agnelli durante il Fascismo il comando passò a Valletta che riuscì invece a conferire una spinta positiva alla Fiat risollevandola.

Nel 1966 passò alla guida Gianni Agnelli fino al settantacinquesimo compleanno quando dovette cedere il posto a causa delle leggi statutarie. Passò il testimone a Cesare Romiti nel 1996 ex amministratore delegato per poi passare due anni dopo all’ex vicepresidente della General Electric americana Paolo Fresco.
Dal 2003 al 2004 fu un susseguirsi di cariche che conosciamo molto bene, quelle di Umberto Agnelli e Luca Cordero di Montezemolo come presidenza, John Elkann come vicepresidente e Sergio Marchionne quale Amministratore Delegato.
La grandissima diversificazione nei campi e nei settori della FIAT le permise di essere un gruppo aziendale di rilievo in tutto il mondo in 61 nazioni che vanta 223.000 impiegati 111.000 dei quali all’estero.
L’evoluzione della casa italiana
I primi esemplari a vedere la luce nel 1900 mediante l’ausilio di 150 operai furono le FIAT 3 1\2 HP e sai cosa le mancava?
Una parte molto importante in un’auto, la retro.
Due anni dopo arriverà la prima vittoria in ambito sportivo grazie a Vincenzo Lancia.
In quest’era pre-bellica iniziò anche la diversificazione dei settori commerciali quali tram, autocarri e in ambito marino.
Grazie ai numerosi settori d’impiego aumentò anche la necessità di operai, che sali a 2500 nel 1906.
La fiat 1 Friacre venne messe in produzione due anni dopo con la funzione di taxi ed ottenne successo anche a New York, Parigi e Londra. Sempre nel 1908 venne aperto negli Stati Uniti la Fiat Automobile Co che produsse modelli fino al ’17.
Prima dello scoppio del conflitto produsse i nuovi modelli a batteria e trasmissione cardano 1,2,3,4,5,6 e la Fiat S76 Record con una potenza di 290cv che poteva sfiorare i 300.
Aprì anche in Russia e, grazie alla produzione della Fiat Zero, sperimentò il lavoro in serie per circa 2000 esemplari. Ovviamente durante la guerra l’industria assunse un impiego prettamente bellico e soprattutto la Fiat 501 destinata al Regio Esercito.
Dopo la guerra divenne di uso civile contando ben 45.000 esemplari continuando lo sviluppo aziendale anche grazie alla Magneti Marelli. Già negli anni ’20 contava ben 25000 operai, 2500 impiegati versando un capitale di circa 200 milioni di lire.
Purtroppo a causa della politica restrittiva di Mussolini l’espansione all’estero fu bloccata per concentrarsi solo su quella interna. È proprio in questo periodo che debuttò la Fiat 508 Balilla (1932) prima a 3 marce e poi con un “restyling” a quattro marce toccando il record di 110.000 esemplari prodotti. Il top di produzione si raggiunse grazie a 500000 unità grazie alla mitica Fiat 500 del 1936, o la conoscerai meglio come Topolino.

Dal ’35 al ’44 saranno prodotti esemplari che conosciamo benissimo, rispettivamente Fiat 6 cilindri 1500, Fiat Nuova Balilla 1100 e la Fiat 2800. Durante la Seconda guerra mondiale invece la modifica della produzione da civile a bellica creò un grave riduzione della produzione e i bombardamenti fecero il resto, devastando gli stabilimenti.
La Fiat nel dopoguerra
È giunto il momento di parlare del dopoguerra.
Una volta concluso il conflitto e all’affacciarsi del ’46 la produzione rimase sulla serie dell’anteguerra. Stiamo parlando della Topolino, della 1100 e la 6 cilindri 1500.
La prima vera novità si ebbe con la 500 B con la distribuzione modificata da valvole laterali alle odierne valvole in testa che permettevano un aumento di potenza.
Ricordiamoci che il ’48 segna anche la nascita della station wagon denominata 500 B Giardiniera. Anche gli altri modelli 1100 e 1500 seguirono la carrozzeria e in seguito presero la denominazione rispettivamente B e D.
Invece è nel 1949 che si ammorbidiscono le forme e le linee della carrozzeria e la prima a subire questa modifica fu la Topolino denominata poi 500 C. Nello stesso anno si assistette il cambiamento della 1100 e 1500 seguite dal suffisso E.
Queste modifiche interessarono la ruota di scorta non più esterna, i paraurti irrobustiti e il cambio al volante come moda americana dettava. Ma la vera innovazione sai quando arrivò?
Nel 1950 grazie alla Fiat 1400, erede della 1500, prima del suo genere dotata di riscaldamento. Non mancò anche la diffusione di un fuoristrada, la Fiat Campagnola di derivazione Jeep nel 1951 e la berlinetta sportiva Fiat 8V a 2 posti del 1952.
Il 1951 è importantissimo per la Fiat per la costruzione del primo jet italiano, il modello G80. Il 1953 segna anche l’avvento della prima versione del motore diesel per la Fiat 1400. Due modelli molto famosi uscirono nel 1955 e nel 1956 e cioè rispettivamente la Fiat 600 e la Fiat 600 Multipla
Siamo arrivati ai famigerati anni ’60 e il boom economico che li caratterizzò.
È il 1964 quando uscì la nota Fiat 850 berlina, coupé e spider e nel 1966 dalla collaborazione Fiat – Ferrari fu partorita la Dino, la più sportiva del segmento.
La fiat si aggiudico con la 124 il titolo di auto dell’anno nel 1966 e soprattutto la versione spider per mano di Pininfarina ottenne un successo strapprezzato.
Nel 1967 uscì la 125 e l’azienda acquistò parte della Ferrari e della Lancia e la Fiat chiuse in bellezza gli anni ’60 con la presentazione dei modelli 128 e 130.

Il neo per il gruppo Fiat furono gli anni ’70 principalmente per due motivi cardine, quali i numerosi scioperi e la crescente concorrenza sul mercato italiano.
Nei primi anni entrò in Fiat il marchio Abarth e la produzione di veicoli commerciali sotto il marchio Iveco. Nel 1970 la 850 venne sostituita dalla 127 e nel ’72 vediamo la nascita della 126, della 132 e l roadster X1\9. Due anni dopo nacque la 131 e la 133. Sai che la Fiat Ritmo acque proprio alla fine degli anni ’70 e precisamente nel 1978 e una cosa buffissima è successa per i paese inglesi?
Infatti per il mercato anglofono venne chiamata Fiat Strada in quanto l’originale “Ritmo” nello Slang significava proprio “ciclo mestruale”. Curioso vero??
L’era moderna della Fiat
Gli anni ’80 e ‘90 sono quelli in cui la Fiat svilupperà i modelli più famosi della storia che abbia mai partorito e che hanno cementato definitivamente la sua grandezza e potenza del mondo.

Precisamente dall’83 uscì la famigerata Fiat Uno firmata Giugiaro, erede della 127, prima del suo genere a montare il motore FIRE 1000 con circa 8 milioni di unità fino al 2013. Nel 1985 è il momento dell’ammiraglia più conosciuta la Croma, by Giugiaro. A fine anni ’80 prese piede la nota Fiat Tipo, auto dell’anno del 1989.
La Nostra Fiat Cinquecento iniziò la produzione nel ’91 e dal ’93 la mitica Punto. Invece dal ’94 al ’99 videro la luce l’Ulysse (’94), la Fiat Barchetta (’95), le Fiat Brava e Bravo (’96), la Marea (’96), la Palio (’96) nelle versioni station wagon (Giardinetta) berlina (Siena) e pick-up (Strada), la Seicento e la Multipla (’98).
Una grossa crisi economica purtroppo colpì la Fiat negli anni 2000 che cercò di salvarsi con Las fusione con General Motors.
Nonostante tale aspetto negativo esce il Doblò, veicolo commerciale molto diffuso e la Stilo la nuova compatta di casa Fiat ma che purtroppo non fu un successo, anzi costò al Gruppo ben 2,10 miliardi di Euro. Inoltre videro la luce la Grande Punto, la Panda Cross e il Sedici (Crossover SUV) mentre abbiamo assistito ai restyling della Doblò e la Stilo fu dotata di una nuova motorizzazione.
È stato un anno di restyling e rifiniture più che di progettazioni o nuovi modelli. Alcune sportive come la Grande Punto e la 500 furono accorpate dall’Abarth come settore sportivo e nel 2009 vennero introdotte le versioni a GPL e qualche restyling quali la Doblò seconda serie, la 500C decappottabile, il Sedici e la Punto Evo.
Lo stesso anno nacque la fusione Fiat-Chrysler e nel 2010 seguiranno il debutto Punto Classic, Panda e Idea. L’anno in corso vede l’uscita di cinque modelli la 600, la Multipla, Ulisse la Croma e la nuova versione della Punto Classic.
L’anno dopo debuttarono due modelli che furono molto apprezzati dagli italiani quali Freemont e Nuova Panda. Il 2012 è l’anno dei nuovi restyling riguardanti il Sedici, la Punto Evo, la 500L sostituta della Fiat Idea. Dal 2016 al 2019 è il momento dei modelli che hanno permesso alla Fiat di recuperare la sua nota fama e prestigio. Stiamo parlando delle uscite Qubo, Tipo, nuova 500 nelle versione L e X e Fullback.
Le evoluzioni del logo Fiat
Per concludere questo altro nostro viaggio nel Bel Paese vorrei parlare della trasformazione del logo del Gruppo Fiat.
La nota scritta a riga FIAT fu presente sui modelli del marchio dal 1968 al 1999 lasciando poi spazio al nuovo a stampa circolare con corona argento su sfondo blu.
Dal 2006 invece prese piede la versione odierna e più giovanile del logo stesso quella su sfondo rosso a scritta e corona cromata.
Eccoci arrivati, alla prossima e…. A ruota libera.
Lascia un commento